Trota Fario
Salmo trutta forma fario
English: Brown Trout
E' frequente e abbondante in quasi tutte le acque di pesca correnti e stagnanti della Val di Sole, ad esclusione di alcuni laghi Alpini.
E' oggetto di ripopolamento come novellame ed adulta nelle zone indicate dai piani di gestione della carta ittica, principalmente rii e torrenti della parte medio-alta del bacino del Noce.
Presso l'incubatoio di Cavizzana è stato selezionato un ceppo di trota fario fecondo e rustico, proveniente da riproduttori prelevati in "zone rifugio" del Parco Nazionale dello Stelvio e Adamello - Brenta, piccoli affluenti del Torrente Rabbies e Meledrio.
Non c'è la certezza o prove che la specie sia autoctona o inizialmente immessa nei secoli scorsi, e lasciamo agli ittiologi la questione.
Ha corpo slanciato, ricoperto da piccole scaglie. Sul dorso e sui fianchi sono presenti numerose piccole macchie rotondeggianti, soprattutto nere, di frequente anche rosse, spesso circondate da un alone chiaro. La livrea varia a seconda degli ambienti ma, anche nello stesso ambiente, certamente non esistono due esemplari identici; ambienti diversi sono abitati da popolazioni nelle quali prevalgono tonalità bruno-verdastre, o giallastre, o nerastre. Capo e bocca sono grandi; la dentatura è robusta, formata da piccoli denti accuminati.
Raggiunge adulta lunghezze fino a 50-60 cm, a seconda dell'ambiente acquatico. Se si trasferisce in ambiente lacustre, la trota fario tende ad assumere una livrea argentea, priva di macchie rosse, cosparsa di poche macchie nere, alcune a forma di X, e può raggiungere taglie maggiori: lunghezza superiore ai 60 centimetri e peso di qualche chilogrammo.
Ha abitudini territoriali e tende a distribuirsi in modo uniforme lungo un corso d’acqua. Gli stadi giovanili occupano le nicchie poco profonde vicino alle rive, mentre gli esemplari adulti si insediano nelle zone dove l’acqua è più profonda e la corrente è meno rapida, sotto le rocce sommerse, radici o vegetazione riparia che si protende sull’acqua
Si nutre prevalentemente degli invertebrati bentonici (larve di insetti, crostacei, vermi, molluschi) che colonizzano i corsi d’acqua, ma anche degli insetti alati che si posano sulla superficie. Le trote più grandi mangiano anche pesci: sanguinerole, scazzoni, trotelle più piccole.
La maturità sessuale in genere è raggiunta dai maschi al secondo anno d’età e dalle femmine al terzo. La riproduzione avviene in autunno (da ottobre a dicembre), ma può estendersi anche al periodo invernale per la grande varietà di ceppi alloctoni introdotti nelle nostre acque.
Nell’ambiente naturale, al momento della riproduzione le trote adulte risalgono i corsi d’acqua per tratti più o meno lunghi, alla ricerca dei letti ghiaiosi. Ogni femmina depone circa 2.000 uova per ogni chilogrammo di peso corporeo. Il tempo di incubazione delle uova dipende dalla temperatura dell’acqua, ed è di circa 450 gradi/giorno. Ciò significa che se la temperatura media dell’acqua è 4 °C, le uova deposte in novembre schiudono ai primi di marzo. Dopo la schiusa, gli avannotti se ne stanno al riparo sotto la ghiaia in attesa del riassorbimento del sacco vitellino (anche qualche settimana, se l’acqua è fredda). Poi escono dal cumulo di ghiaia stazionando ancora per un certo tempo nei pressi. Qualsiasi attività di disturbo dell’alveo in questo periodo, compreso l’involontario caplestìo di un pescatore sopra le aree di frega, può compromettere il successo di queste prime delicate fasi di sviluppo.
Trota fario, livrea tipica dei torrenti di montagna
Brown trout, typical of the mountain creek livery